21 luglio, 2013

Non siamo mai troppo vecchi...

Lo so, lo so, lo so... è un mese che non scrivo e sono scomparsa dai radar, abbiate pazienza!
Lo sapete che sono una donna impegnata, avevo incontri da fare, gente da vedere,esami da dare....tanti esami da dare...

Volevo fare un'entrata trionfale scrivendo un articolo serio su un argomento serio e difficile in cui avrei esibito la mia irreprensibile visione del mondo, criticando gli altri. Ovviamente farò la stessa cosa, solo con un altro argomento che ho ritenuto più adatto a questa domenica di festa e riposo.
Un argomento semplice, ma che vi spingesse allo stesso a far girare quelle rotelline che avete nel cervello che di tanto in tanto dovrete pur usare!

Quest'oggi parliamo di narrativa, ma in particolare quella per ragazzi.

Il tutto è nato ieri sera, quando nella libreria di mia nonna ho trovato un libro di Gianni Rodari timbrato con le sue iniziali.
Gianni Rodari (1920-1980), scrittore,
pedagogista e giornalista italiano
Se come me fate parte della generazione dei primi anni '90, o degli anni '80 sicuramente da bambini avete posseduto un libro di Gianni Rodari. O ne avete letto degli stralci nei sussidiari o libri di antologia delle elementari. Di certo allora non sapevate chi era Gianni Rodari perché come tutti i bambini eravate convinti che le parole non si potessero possedere. Hai voglia a dire che un libro è di Tizio solo perché ha messo tutte quelle belle parole in fila, son buoni tutti! I bambini in questo sono fantastici, hanno una concezione tutta loro della proprietà: se tutti usano le parole, saranno di tutti le parole stesse ma non toccare quell'altalena perché l'ho vista prima io ed è mia.

Sono sicura che siate abbastanza bravi con il computer da poter andare a leggere da soli su Wikipedia chi sia Gianni Rodari o andare alla ricerca di un suo testo, ma per tornare al punto principale che lo sappiate o no, sicuramente lo avete letto e se vi è rimasto l'amore per un buon libro, può darsi che sia merito suo.

Ogni tanto mi capita di prendere in mano qualche libro di narrativa per bambini-ragazzi e mi preoccupo per quello che ci leggo. Sono storielle scritte così, per spandere buoni sentimenti come potrebbe fare Mamma Disney senza però essere lei. Libri poveri di lessico e di fantasia. Storie piatte come il libro stesso. Poi la gente si chiede perché i bambini di oggi non solo non amano leggere, ma non ne sono proprio capaci. Ancora adesso vedo ragazzi della mia età che quando leggono ad alta voce incespicano sulle parole, si arrovellano la mente cercando di capirne il significato quando io - né per genio né per mandato divino, anche se il mio Ego potrebbe sostenere il contrario - ho smesso di avere problemi del genere intorno ai 13/14 anni.
I miei non mi hanno mai nemmeno imposto di leggere niente, che fosse il Topolino o Notredame de Paris (che io ho comunque letto alla tenera età di 12 anni).
Questa è la raccolta che ha soggiornato
per quindici anni sulla mia libreria.
Solo perché un libro deve essere letto da un bambino, non vuol dire che debba essere scritto da un bambino, se mi passate il gioco di parole. Gianni Rodari, che si può apprezzare anche a 20, 30, 40 anni, scriveva in modo semplice ma non semplicistico. Non trattava i bambini come minorati mentali che non sapevano leggere e non avrebbero mai imparato. Ovviamente non era l'unico scrittore del genere, ci sono molti autori di narrativa per ragazzi bravi e competenti. Il mio invito è a non dimenticare quei libri. Riprendeteli in mano ora, leggeteli con gli occhi degli adulti per scoprire quei mondi che eravate troppo piccoli per notare allora. Teneteli pronti sulla libreria per regalarli ai vostri figli, ai figli di amici conoscenti e parenti.

Non bisogna sempre leggere per forza libri di 1200 pagine per essere intelligenti. E leggere 130 libri scritti però da bambini non aumenterà neanche di un millesimo la vostra intelligenza. Si possono leggere libri semplici, di narrativa semplice, senza però assassinare la letteratura.

Vi lascio con una delle filastrocche che ha accompagnato la mia infanzia e che ricordo sempre con tenerezza.
Mia nonna e mio nonno (sulla destra entrambi) in una foto d'epoca.


Io so i colori dei mestieri:
sono bianchi i panettieri,
s’alzano prima degli uccelli
e han la farina nei capelli;
sono neri gli spazzacamini,
di sette colori son gli imbianchini;
gli operai dell’officina
hanno una bella tuta azzurrina,
hanno la mani sporche di grasso:
i fannulloni vanno a spasso,
non si sporcano nemmeno un dito,
ma il loro mestiere non è pulito.
- Gianni Rodari -



Dedico questo post a mia nonna la cui firma posso ritrovare nei libri che spulcio dalla sua libreria e che producono nel mio animo un moto di infinita tenerezza per il suo amore nel raccogliere e conservare tutto, anche i libri per bambini.


Non scordatevi di mettere mi piace alla mia pagina Facebook: l'ego indolente di Fou Savant !


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